Sistema di socializzazione degli oneri energetici in periodo di crisi

Sistema di socializzazione degli oneri energetici in periodo di crisi
È giusto socializzare gli oneri di sistema?
12 novembre 2021
Iniziamo con una premessa, gli oneri di sistema per il funzionamento della filiera energetica sono prelevati dalla fatturazione e quindi versati dagli utenti al fornitore che opera da intermediario con il distributore. Questi ultimi sono operatori che non possono fallire, infatti, in caso di insoluti devono essergli garantiti gli oneri per non fermare la filiera energetica. La società di fornitura è quindi un collettore di tutti gli oneri della filiera.
Generalmente, in situazioni di morosità da parte di alcuni clienti, è il fornitore che ha l’obbligo di versare siffatti oneri al distributore locale ed una parte di essi viene socializzata, come stabilisce la normativa, ovvero gli insoluti vengono redistribuiti su tutti gli altri clienti finali. Dall’altro lato due delibere di Arera, la 50/2018 e la 568/2019, purtroppo non vietano di firmare accordi bilaterali tra fornitore e distributore per risanare il pagamento di tali oneri consentendo di socializzare la quota parte del debito non oggetto di accordo. Il regolatore così non blocca un appropriamento indebito da parte dell’operatore che ne ha tratto beneficio. Ma è giusto socializzare gli oneri derivanti dai contratti di somministrazione di energia elettrica? Il dubbio nasce proprio da questo meccanismo che consente al distributore di recuperare un’ampia parte del debito scaricandone il peso sui consumatori finali. Mentre la socializzazione degli oneri di energia elettrica dovrebbe essere prevista solamente nei casi di messa in mora e cessazione amministrativa dell’utenza. Il rischio infatti è che questo tipo di accordi tra privati, con conseguenze concrete sulla fatturazione di cittadini ed imprese, rinforzi comportamenti irregolari da parte delle società di vendita.

I consumatori si ritroverebbero in sostanza un’ulteriore voce di costo in bolletta, sarebbero cioè costretti a pagare due volte gli stessi oneri di sistema e per questo motivo non sono tutelati, anzi risultano sempre i soggetti in posizione di svantaggio. In aggiunta, questa situazione di forte crisi energetica contribuisce ad aumentare ancora di più i rischi e l’impatto della spesa per l’energia sui consumatori finali. Siamo consapevoli del fatto che il settore in questione è molto complesso. In particolare, i fornitori medio-piccoli, in questo contesto economico, non sono più nella condizione di riuscire a sostenere eventuali insoluti da parte dei clienti finali. Se molti oneri di sistema non dovessero essere incassati dal fornitore, quest’ultimo potrebbe non riuscire a versarli al distributore locale e di conseguenza potrebbe intraprendere una cattiva condotta amministrativa sulla base appunto di un accordo privato. Risulta essere un meccanismo davvero pericoloso per tutto il tessuto economico del paese. Pertanto, perché il regolatore non interviene? Quest’ultimo dovrebbe agire nell’interesse di cittadini ed imprese che non possono evitare questo peso economico, il quale inderogabilmente gli sottrae liquidità, nonché dovrebbe cercare di correggere i difetti insiti in tale sistema. D’altra parte, altre società di vendita potrebbero approfittare di questi buchi nel sistema per avvantaggiarsi o per mettersi al riparo da un possibile svantaggio competitivo.
Energon Trade Srl
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