Quanto ci costa la Transizione Ambientale ed Energetica?

di admin

Quanto ci costa la transizione Ambientale ed Energetica?

Il consumatore finale resta vittima di una regolamentazione poco attenta

29 luglio 2021 

L’Italia e l’Europa non sono anco­ra rius­cite ad uscire dal Caos Pan­demi­co del Covid-19 eppur già han­no get­ta­to le basi per creare nuovi squilib­ri eco­nomi­ci e sociali.

I nomi delle vit­time? A rimet­ter­ci sono sem­pre loro: Famiglie ed Imprese!

Premet­ten­do che il pre­sente arti­co­lo non vuole in alcun modo sminuire gli sforzi che tut­ti noi sti­amo facen­do per ren­dere sem­pre più sosteni­bile il nos­tro modo di vivere, il Grup­po di Acquis­to Ener­gon Trade non può, difronte ad una serie di errori tec­ni­ci e nor­ma­tivi, far fin­ta che tut­to stia proce­den­do per il meglio. Il tema che si intende affrontare è quel­lo iner­ente alla folle cor­sa dei prezzi delle materie prime ener­getiche (ener­gia elet­tri­ca e gas naturale). 

Non sarà di cer­to pas­sato inosser­va­to ad un padre di famiglia o ad un piccolo/grande impren­di­tore che le bol­lette ener­getiche sono forte­mente aumen­tate da inizio 2021. Reduci da un peri­o­do in cui la doman­da di ener­gia ha rag­giun­to lim­i­ti min­i­mi ines­plo­rati, e di con­seguen­za prezzi insosteni­bili per la stes­sa fil­iera ener­get­i­ca, è bas­ta­to poco più di un atti­mo per ali­menta­re un incen­dio che sem­bra impos­si­bile da arrestare (man­can­za di volontà?). 

Cer­chi­amo il colpevole.

Con gli USA che ad inizio anno sono rien­trati nel trat­ta­to di Pari­gi del 2015 sul riscal­da­men­to glob­ale e la polit­i­ca Euro­pea di rilan­cia­re l’economia perseguen­do final­ità ambi­en­tali, il “Green Deal” è iden­ti­fi­ca­bile come il vero colpev­ole di questo shock di sis­tema. Lo scopo e le final­ità non sono da noi messe in dis­cus­sione, anzi, siamo i pri­mi a credere che l’efficienza ener­get­i­ca e l’uso razionale dell’energia in sen­so lato sia la grande sfi­da dei nos­tri tem­pi ma, anche in questo caso, una sfi­da così epocale non può non essere piani­fi­ca­ta ed orga­niz­za­ta. L’impatto del­la rego­la­men­tazione, ovvero di rius­cire a ridurre le emis­sioni di CO2 di almeno il 55% entro il 2030, ha favorito i soli­ti “Spec­u­la­tori Finanziari” che, dotati di ottime fonti infor­ma­tive, conoscen­done la direzione, in anticipo su tut­ti, han­no inizia­to a scom­met­tere ed opzionare quan­ti­ta­tivi di CO2 sui mer­cati. La con­seguen­za? Esat­ta­mente quel­la sper­a­ta e volu­ta dal­la Com­mis­sione Euro­pea, ovvero un incre­men­to espo­nen­ziale dei prezzi del­la CO2.

Si, sti­amo par­lan­do di CO2, ovvero quel gas inerte che è causa del riscal­da­men­to cli­mati­co e che anche noi espel­liamo nel nos­tro proces­so di respirazione.

Ma cosa c’entra la CO2 con l’incremento dei prezzi del Gas Nat­u­rale e dell’Energia Elettrica? 

Per rispon­dere a ques­ta doman­da, ognuno di noi, sem­pre che ne abbia tem­po e voglia, potrebbe pren­dere il pro­prio con­trat­to di for­ni­tu­ra di Ener­gia Elet­tri­ca ed accorg­er­si che è indi­ca­to che i prezzi sono com­pren­sivi degli “Oneri di CO2”. Vuol dire, in parole povere, che il pro­dut­tore che gener­erà per noi i quan­ti­ta­tivi di ener­gia elet­tri­ca richi­esti, ha tenu­to con­to di includ­ere nel prez­zo di ven­di­ta gli oneri che lui è obbli­ga­to a pagare. Se questi oneri sono sem­pre più alti vuol dire che lui sem­plice­mente li trasferirà sul mer­ca­to e di con­seguen­za i con­suma­tori finali ne pagher­an­no l’incremento. Abbi­amo quin­di in questo modo scop­er­to che sti­amo pagan­do noi, famiglie ed imp­rese, gli incre­men­ti di prez­zo del­la CO2. 

Ci chieder­e­mo allo­ra, come pos­si­amo pagar­la di meno? 

Come pos­si­amo con­tribuire a ridurre le emis­sioni di CO2, facen­do del bene al piane­ta ed a noi stes­si sen­za però rimet­ter­ci del denaro? Ma a chi la sti­amo pagan­do? Siamo arrivati al prob­le­ma, ovvero il sis­tema di scam­bio delle quote di CO2, c.d. ETS (Emis­sions Trad­ing Scheme). Cer­can­do di ren­derne effi­cace la com­pren­sione, tale sis­tema si basa prin­ci­pal­mente su due assio­mi: favorire la riduzione di Emis­sioni di CO2 e penal­iz­zare ecces­si di Emis­sioni di CO2. Par­liamo di assio­mi per­ché la Com­mis­sione Euro­pea non ha ver­i­fi­ca­to e non sta ver­i­f­i­can­do i reali effet­ti che i lim­i­ti imposti stan­no aven­do sui mer­cati. I c.d. sogget­ti obbli­gati, ovvero col­oro che emet­tono gran­di quan­ti­ta­tivi di CO2 in atmos­fera, ricevono dei titoli di CO2 che pos­sono scam­biare sul mer­ca­to. Con il pas­sare degli anni, ricevono sem­pre meno titoli di CO2 affinché tali sogget­ti pos­sano avere il tem­po di intro­durre miglio­ra­men­ti tec­no­logi­ci e di proces­so utili a ridurre le emis­sioni di CO2. Ovvi­a­mente se la riduzione attua­ta è supe­ri­ore rispet­to ai titoli che gli sono sta­ti attribuiti, questi ulti­mi potran­no essere ven­du­ti sul mer­ca­to ed in tal modo se ne potrà trarre un ben­efi­cio. In caso con­trario occor­rerà acquistare titoli sul mer­ca­to e quin­di essere eco­nomi­ca­mente penal­iz­za­ti. Pec­ca­to che pri­ma abbi­amo sot­to­lin­eato che, nel caso del­la fil­iera ener­get­i­ca, i sogget­ti obbli­gati, ovvero i pro­dut­tori di ener­gia elet­tri­ca, non fan­no altro che trasferire gli Oneri sul con­suma­tore finale.

Les jeux sont faits!!!

I sogget­ti obbli­gati, ovvero col­oro che dovreb­bero essere penal­iz­za­ti se emet­tono quan­ti­ta­tivi di CO2 nell’aria supe­ri­ori ai lim­i­ti che gli sono sta­ti imposti, non fan­no altro che trasferire tale onere al con­suma­tore finale che, inerme, sep­pur appli­ca i migliori com­por­ta­men­ti riv­olti a ren­dere sosteni­bile il suo vivere, se ne accol­la i costi. Ma non è fini­ta qui. Gli spec­u­la­tori finanziari, graden­do il sac­ri­fi­cio di molti e conoscen­do le lun­gag­gi­ni del­la polit­i­ca Euro­pea, scom­met­tono sul rial­zo dei prezzi del­la CO2, un rial­zo atte­so, un rial­zo sem­plice da prevedere, rius­cen­do così a prel­e­vare in modo sem­plice ed imme­di­a­to denaro dalle nos­tre tasche, o meglio, dalle nos­tre bol­lette! Ci si chiede allo­ra, è pos­si­bile che non si riesca ad effet­tuare una pro­gram­mazione sen­sa­ta, gius­ta e con­sapev­ole delle attiv­ità che il leg­is­la­tore vuole che si svol­gano? Pos­si­bile che non si riesca a com­pren­dere che uno shock nor­ma­ti­vo è uno shock finanziario? Il quale ovvi­a­mente si abbat­te sem­pre sui più deboli?

L’unico modo per uscire dal­la mor­sa è sen­za dub­bio quel­lo di ren­der­si ener­geti­ca­mente autosufficienti!

Con­tin­ua…

Se l’articolo vi è piaci­u­to, per mag­giori appro­fondi­men­ti o infor­mazioni non esi­tate a con­tattar­ci. Sare­mo lieti di con­di­videre con voi spun­ti e rif­les­sioni riv­olti a miglio­rare le azioni che sti­amo stu­dian­do per cer­care di rius­cire a ridurre i costi ener­geti­ci dei nos­tri clienti.

Ener­gon Trade Srl